Uno dei meccanismi più studiati dei social negli ultimi mesi è quello dell’autoreferenzialità: gli utenti si trovano in una sorta di “bolla”, all’interno della quale il confronto è solo apparente. In realtà cercano e condividono opinioni che confermano le proprie.
Difficile disinnescare la “bolla”.
Ma sul delicato tema dei vaccini è riuscito a farlo Roberto Burioni, professore di microbiologia e virologia all’Università Vita-Salute del San Raffaele di Milano.
C’è da dire che ha avuto gioco facile, considerata l’incompetenza totale sull’argomento.
I fatti. La scintilla scatta pochi giorni fa.
Giovedì 12 maggio, puntata di Virus su Rai2 condotta da Nicola Porro. Red Ronnie, Dj, è chiamato a intervenire sul tema dei vaccini:
«Quanti bambini sono morti per dei vaccini o degli effetti collaterali? Quanti bambini sono morti? Si chiamano morti bianche. E continua: «Siamo alla follia totale secondo me. La prevenzione avviene col vaccino? E’ l’errore più grave, perché il nostro corpo prevenisce (cit.) automaticamente con le difese immunitarie. Dovremmo spingere le mamme ad allattare i bambini. La prevenzione deve avvenire in modo naturale. La più grande prevenzione «è con l’alimentazione. Io – sostiene – me ne sono accorto sul mio corpo essendo prima vegetariano e poi vegano dal 1990. E’ da allora che non mi ammalo e non prendo antibiotici». Quindi «perché dobbiamo prevenire vaccinando quando ci sono tantissime particelle metalliche che sono anche dannose a scoppio ritardato?»
Ospite della trasmissione anche l’esperto Roberto Burioni, che denuncia come gli sia stato «concesso un tempo minimo e, infine, le mie affermazioni (vere) si sono trovate sullo stesso piano di quelle di questi tre signori, tutte false. Insomma, io che studio i vaccini da una vita ho avuto molto meno spazio di tre personaggi che – credetemi – non sanno né cosa sia un virus, né cosa sia un vaccino».
E là dove lo spazio dello show Tv non concede, i social aiutano a contrastare la disinformazione veicolata dall’alto (cioè dalla Tv generalista): Burioni il giorno dopo pubblica un durissimo intervento sul suo profilo Facebook, reclamando anche l’intervento della Ministra Lorenzin.
A fornirci i dati di pervasività del post è lo stesso dottore, che a tre giorni dall’apertura – avvenuta prima della polemica televisiva – ha superato le 31.000 adesioni alla pagina Facebook.
Le persone raggiunte con il suo post, grazie alle 45.934 condivisioni sono state 4.705.512. La puntata di “Virus” è stata seguita secondo l’auditel da 1.252.000 ascoltatori.
Sul caso sono intervenuti anche i deputati del Pd Michele Anzaldi (segretario della Commissione di vigilanza Rai) e Donata Lenzi (componente della Commissione Affari sociali) in un’interrogazione parlamentare presentata alla Rai in Vigilanza. Intanto, ai post si sono susseguite, oltre alle polemiche fra i commenti, anche il botta e risposta di altri personaggi: Facebook è diventata l’arena, il popolo web italiano gli spettatori-attori, i giornali la scatola di risonanza dell’ennesimo caso di informazione, il primo così massiccio in campo medico, in cui quello che era il più potente mezzo di informazione di massa, la Tv, ha perso grandemente terreno rispetto al mezzo del futuro: i social.