Si chiama R.E.M.S. (Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry) la nuova tecnologia made in Italy che consente la scansione dell’osso attraverso una semplice ecografia. Brevettata da Echolight Spa, spin-off del CNR di Lecce, nel 2021 è stata inserita nelle Linee Guida Ministeriali sulle Fratture da Fragilità
di Mario Maffei*
Le radiazioni ionizzanti sono tanto necessarie quanto pericolose (sono un noto fattore di rischio anche per l’insorgenza di neoplasie); per questo è bene ricorrere alla diagnostica per immagini (radiografia, TAC, Scintigrafia, ecc.) solo quando strettamente necessario e in modo appropriato.
Al contrario, le tecnologie ecografiche, basate sugli ultrasuoni, sono sostanzialmente innocue.
Partendo da questa evidenza scientifica, un team di ricercatori italiani si è concentrato su una tecnica alternativa alla DEXA (densitometria ossea) per la diagnosi dell’Osteoporosi, malattia subdola che non presenta campanelli d’allarme, restando spesso asintomatica fino a quando non si incorre, anche in assenza di un trauma, in una frattura.
Una novità nel campo della diagnosi dell’osteoporosi arriva dalla Puglia. L’azienda biomedica pugliese Echolight SpA, spin-off del CNR di Lecce, ha messo a punto una tecnologia innovativa per la diagnosi dell’osteoporosi incentrato su una scansione ecografica, giungendo in pochi anni al brevetto mondiale.
Si chiama R.E.M.S., acronimo di Radiofrequency Echographic Multi Spectrometry, ed è il primo metodo che sfrutta gli ultrasuoni per indagare i siti anatomici assiali, a maggior rischio di frattura quali colonna e femore, e misurare la densità minerale ossea.
Attraverso EchoS, un macchinario portatile che implementa la tecnologia REMS, ideato e prodotto dalla stessa Echolight, si riesce a elaborare una carta d’identità dell’osso su una vasta platea di pazienti, da quelli pediatrici, ai fragili come gli oncologici e i diabetici, alle donne in gravidanza.
Nel 2021 questa tecnologia italiana è stata riconosciuta e inserita come best practice nelle Linee Guida Ministeriali sulla Diagnosi, Stratificazione del Rischio e Continuità Assistenziale delle Fratture da Fragilità validate dall’Istituto Superiore di Sanità ed elaborate da otto società scientifiche con il contributo di 16 associazioni di pazienti, tra le quali l‘APMARR.
Un gruppo di lavoro multidisciplinare ha elaborato un documento, nel quale sono descritti tutti gli aspetti diagnostici, clinici, organizzativi e procedurali volti a standardizzare la gestione di questo tipo di fratture da fragilità, di utile consultazione per i medici e le strutture ospedaliere.
Pubblicate il 18 ottobre 2021, le linee guida sono state presentate due giorni dopo in occasione della giornata mondiale dell’Osteoporosi del 20 ottobre, nel corso di un evento organizzato dalla Fondazione Italiana Ricerca Malattie dell’Osso (FIRMO).
Al tavolo di lavoro per la stesura delle Linee guida oltre alla FIRMO hanno preso parte la SIOT, Società Italiana di Ortopedia e Traumatologia (in qualità di capo fila); la SIOMMMS, Società Italiana dell’Osteoporosi del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro; la SIE, Società Italiana di Endocrinologia; la SIMFER, Società Italiana di Medicina Fisica e Riabilitativa; la SIMG, Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie; la SIR, Società Italiana di Reumatologia e la FNOPI, Federazione Nazionale degli Ordini delle Professioni Infermieristiche.
All’interno delle linee guida, l’unico capitolo dedicato ad un’innovazione tecnologica riguarda la REMS.
La REMS, un’innovazione tecnologica made in Italy, è il frutto di un lavoro collettivo. “Lo scorso anno, dopo un lungo e articolato percorso di sperimentazione clinica, condotta in diversi centri italiani – ricorda l’ingegner Sergio Casciaro, fondatore e amministratore delegato di Echolight, l’azienda produttrice di REMS – il Ministero della Salute ha inserito REMS tra gli esami che possono essere condotti per la diagnosi precoce dell’osteoporosi. Un passaggio importante anche alla luce dell’invecchiamento progressivo della popolazione italiana e del conseguente aumento di problematiche legate all’età che necessitano di un monitoraggio attento. L’obiettivo della nostra tecnologia è di dare informazioni sulla quantità della massa ossea e sulla qualità dell’osso, fornendo dello stesso una carta d’identità, già a partire dall’età pediatrica”.
“Questa tecnologia – spiega la dottoressa Paola Pisani, ricercatrice del CNR e Direttore clinico di Echolight – è in grado di caratterizzare lo stato dell’osso e quindi consente di definire non solo se il paziente sia o meno osteoporotico, ma di valutare la qualità dell’osso attraverso un approccio ecografico, che consente di indagare i siti di riferimento per la diagnosi, cioè il femore e la colonna”. “REMS – prosegue l’esperta – non richiede un ambiente protetto, non essendo impiegate radiazioni; l’esame può dunque essere eseguito ovunque, anche a casa del paziente o nell’ambulatorio del suo medico”.
*giornalista divulgatore scientifico