22/12/2015
di Valentina Isernia
Non più alimenti “gluten free”, ma la possibilità di ottenere del “gluten friendly”, cioè glutine non più dannoso per coloro che sono intolleranti. Una rivoluzione in campo medico e sanitario.
L’intuizione è tutta italiana e arriva dal sud. Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Scienze agrarie, degli alimenti e dell’ambiente dell’Università di Foggia, in particolare grazie all’intuizione della ricercatrice Carmen Lamacchia, ha messo a punto un metodo che permette di modificare le proteine del glutine per cui, gli alimenti oggi categoricamente vietati ai celiaci, saranno tranquillamente commestibili.
La novità che rende la scoperta del team pugliese straordinaria è che, rispetto agli esperimenti fino ad ora condotti, i cambiamenti a cui sono state sottoposte le proteine del glutine non sono opera di enzimi microbici ma di un trattamento chimico-fisico della durata di pochi secondi a base di acqua e microonde applicato sul seme prima della molitura. Un trattamento che non influenza negativamente le proprietà delle farine, conservando aspetto e sapore dei prodotti comunemente utilizzati.
La scoperta è già stata brevettata a livello internazionale e dopo prove di sperimentazione industriale, realizzate grazie al gruppo pugliese Casillo, presto potrebbe essere commercializzata, a vantaggio dei 5 milioni di celiaci e 50 milioni di intolleranti al glutine attualmente contati in Europa.
Dall’accordo nato con Casillo è partito anche uno spin-off accademico, una società esterna all’università, chiamata “New Gluten World” che avrà il compito di perfezionare e diffondere questa tecnica a livello mondiale.
Ecco un prodotto altamente innovativo che, dedicato a target specifici di cittadini, si presta ad essere comunicato tramite i social, con la certezza, da parte dell’azienda che si affida ai professionisti esperti in comunicazione sanitaria, di centrale l’obiettivo e attivare una comunicazione one to one.
Pizza per tutti, quindi, senza rischi per la salute.