Presentati in Università di Bari i risultati della ricerca Inside the Breath e il campionatore Mistral: ottima partenza ma tanto resta ancora da fare
Un’impresa rivoluzionaria, una follia, un atto di coraggio: così è stato definito il percorso di Inside the Breath, la ricerca made in Puglia sulla diagnostica smart dei tumori, presentata in Università a Bari ieri mattina.
Proprio UNIBA, con il suo Dipartimento di Biologia e la Facoltà di Medicina (Dipartimento Emergenza e Trapianti d’Organi del Policlinico) è tra i protagonisti, insieme a Predict (azienda capofila), Wel.Co.Me. e Reti Meridiane, dell’incontro Diagnosi precoce dei tumori? In un soffio!: un momento di condivisione, dopo tanto lavoro, pur nella consapevolezza che, nel percorso verso la realizzazione di un sistema diagnostico non invasivo, economico e all’avanguardia in ambito oncologico, tanto resta ancora da fare.
“È un’idea che va perfezionata, che richiede ancora investimenti pubblici per poter finalizzare uno strumento affidabile, che possa dare diagnosi con il minimo scarto di errore”, afferma il Prof. Donato Altomare (Policlinico universitario di Bari), che non nasconde la sua soddisfazione per un percorso partito da un’intuizione: tutte le alterazioni dello stato di salute (tra cui, ad esempio, le patologie oncologiche) lasciano nel sangue una combinazione specifica di molecole organiche che vengono poi espulse attraverso l’espirazione. Analizzando la combinazione di queste particelle, è possibile individuare la patologia.
Una rivoluzione!
L’analisi di questi composti volatili del respiro potrebbe quindi evitare, in prospettiva, esami invasivi e sgradevoli come la ricerca del sangue occulto nelle feci o la colonscopia (per restare nell’ambito della diagnosi del tumore al colon-retto).
“Abbiamo iniziato questo studio in maniera pioneristica, con mezzi anche artigianali, il primo campionatore era homemade, ma i risultati iniziali ci hanno davvero entusiasmato, e abbiamo deciso di pubblicarli sul British Journal of Surgery, che in ambito chirurgico è la seconda rivista di riferimento nel mondo – ha ricordato Altomare –; i primi test effettuati su pazienti sani e pazienti con un tumore già diagnosticato hanno ottenuto un’affidabilità dell’85%. Abbiamo poi dimostrato l’affidabilità, addirittura nel 100% dei casi, in pazienti curati e liberi da malattia nei follow-up oncologici. Questo dato in particolare è un motivo in più per pensare che il mezzo di screening potrebbe essere applicato, oltre che in fase di diagnostica precoce, anche nel monitoraggio dei pazienti operati, nei quali il rischio di recidive nel tempo è molto alto”.
Dalle ricerche iniziali si è passati all’industrializzazione, e alla realizzazione di un campionatore più performante: è nato così Mistral, lo strumento in grado di registrare in pochi minuti, su apposite cartucce, il respiro dei pazienti, che verrà poi analizzato in laboratorio, alla ricerca della combinazione dei VOCs.
Un passo in avanti per la sanità, dunque, ma anche un caso interessante per l’economia pugliese: Inside the Breath è una case history che conferma la necessità di una sinergia tra pubblico e privato per investire in ricerca e sviluppo. Gianluigi De Gennaro (Dipartimento di Biologia, Università degli Studi di Bari) plaude in particolare al coraggio imprenditoriale dell’azienda capofila Predict, che ha cofinanziato il percorso insieme alla Regione Puglia: “Questa è una scommessa le cui ricadute economiche, è evidente, non ci saranno domani; per una piccola azienda, sebbene brillante, come Predict, ci vuole tanto coraggio a strutturare un progetto di questo genere perché diventi un business, e a mettere insieme una squadra composita. Molti sogni e ricerche restano nel cassetto, perché nessuno ha il coraggio di portarli avanti, per un bene che ci responsabilizza tutti”.
Angelo Gigante, rappresentante Predict, ha raccontato la parte più bella del suo percorso in Inside the Breath: “Scoprire quanto coraggio c’è nelle persone che hanno lavorato su questo progetto: il coraggio è stato un elemento fondamentale, quasi un pizzico di follia nel voler cambiare quello che, finora, la scienza considera essere il modo migliore per affrontare determinati temi”.
“Oggi stiamo lavorando sul tumore al colon-retto, ma ci siamo già resi conto che Mistral potrà essere applicato anche ad altre patologie”, ha spiegato Marco Cardanobile (Predict).
E non solo: “Vogliamo sviluppare uno dei primi dispositivi in grado di mettere a disposizione in tempo reale tutti i dati che campionatori come Mistral raccolgono: questo è importante anche per permettere a persone come il Professor Altomare l’analisi dei rapporti di causa-effetto legati a determinate patologie”, ha affermato ancora Angelo Gigante.
Il prossimo step, per Inside the Breath e il campionatore Mistral, è la sperimentazione sui pazienti. L’auspicio di tutti è che la tecnologia possa essere quanto prima a disposizione delle strutture sanitarie, e che si possa dare avvio a grandi campagne di screening in tutto il Paese.
“Siamo forse all’inizio di un’impresa – ha affermato Vito Antonio Delvino (Direttore Generale I.R.C.S.S. Bari) –: l’idea c’è, è forte, rivoluzionaria, i pazienti aspettano, ora il fattore chiave è il tempo, bisogna fare presto”.