15/12/2015
di Valentina Isernia
Comunicare velocemente, comunicare bene nell’era del “web sociale”. Si, ma come?
Il web “sociale” è quel “non luogo” fatto di informazioni condivise, dialogo, confronto, condivisione, partecipazione, che ha vita propria sui forum e nelle community.
Ma forse fin qui qualcuno si sarà già perso…
Che cos’è infatti un “forum” o una “community”? Sono piazze virtuali, vere e proprie agorà che prendono vita sulla rete e che trovano la propria estensione nei social media.
Questi “non luoghi” hanno però “peso” e ricadute concrete nella vita reale e sono strumenti capaci di:
– Aiutare le aziende sanitarie a raggiungere utenti più difficilmente raggiungibili (adolescenti, immigrati, giovani adulti)
- Essere luoghi di altissima risonanza per campagne di sensibilizzazione o eventi specifici
- Raccogliere i feedback dei pazienti, monitorare le loro conversazioni e dare ascolto a possibili reclami, gestendo possibili disservizi.
Fra le pratiche innovative per comunicare la salute oggi i social hanno assunto un ruolo chiave, importante quanto un sito web. Allora perché in Italia lo sviluppo dei social media nell’ambito della comunicazione sanitaria sembra ancora così lontano?
A mancare sono innanzitutto risorse qualificate che sappiano gestire in modo professionale piattaforme come Facebook, Twitter, Linkedin. A questo, si aggiunga il timore da parte delle aziende sanitarie e dei singoli medici di ricevere commenti negativi e critiche. Una generale resistenza alla cultura dell’innovazione e la paura di investire denaro in un servizio che può sembrare poco necessario o sostituibile, fanno poi il resto.
Aziende sanitarie e medici sono travolti dai social prima che siano in grado di governarli, giocando d’anticipo.
E’ infatti necessario per l’efficacia della comunicazione, costruire un ponte tra medico-struttura sanitaria e paziente. Dialogando con i pazienti attuali e potenziali, nella loro stessa lingua. Che è sempre più social!