Nel dibattito in corso sulla Legge di Bilancio 2020, è in discussione in Commissione Affari Sociali una proposta di incentivo per le soluzioni tecnologiche di assistenza sanitaria a distanza. Vediamo di cosa si tratta

di Mario Maffei

 

La telemedicina può diventare realtà diffusa sul territorio nazionale: si tratta di uno strumento valido non solo per fronteggiare l’attuale emergenza sanitaria, conseguenza della pandemia da coronavirus, ma anche per accrescere l’equità nell’accesso ai servizi socio-sanitari, favorendo il superamento di una serie di carenze, sia strutturali che di personale.

Nuova linfa a questa soluzione tecnologica nel settore dell’healthcare è possibile, per effetto dell’approvazione dell’emendamento all’articolo 79 della Legge di Bilancio: la modifica promuove l’incentivazione della telemedicina, così come proposto dal deputato Nicola Provenza del Movimento 5Stelle, in qualità di componente della commissione Affari sociali della Camera dei Deputati.

Provenza, come primo firmatario, ha presentato la proposta di modifica all’articolo relativo alla “Integrazione del livello di finanziamento del programma di investimenti per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico”, per aggiungere il seguente comma:

“Al fine di salvaguardare i livelli di assistenza contemperando l’esigenza di distanziamento anche tra utenti ed operatori sanitari, le regioni destinano una quota pari allo 0,5 % dello stanziamento di cui al comma 1 all’incentivo all’acquisto, da parte di studi medici, ambulatori sanitari privati e strutture sanitarie pubbliche e private, farmacie pubbliche e private convenzionate con il SSN, di dispositivi e applicativi informatici che consentano di effettuare refertazione a distanza, consulto tra specialisti, interventi d’urgenza da remoto e assistenza domiciliare da remoto”.

L’emendamento promuove la telemedicina presso medici, studi medici e altre strutture sanitarie pubbliche e private, vincolando all’incentivazione di queste soluzioni tecnologiche una piccola quota dell’incremento riconosciuto al “programma pluriennale di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e ammodernamento tecnologico in sanità”.

 

Un emendamento bipartisan

Ha firmato la proposta anche la presidente della Commissione Affari Sociali della Camera Marialucia Lorefice del M5S, ma identica proposta era stata avanzata anche dai parlamentari del Partito democratico, di Fratelli d’Italia e del gruppo Misto, a dimostrazione della convinzione, trasversale a tutte le forze politiche, che la sanità necessita di investimenti in innovazione. Per il Pd, l’emendamento è stato presentato dall’on. Ubaldo Pagano, componente della Commissione Bilancio; per Fratelli d’Italia dall’on. Marcello Gemmato e per il gruppo Misto dall’on. Alessandro Fusacchia.

“La Telemedicina è uno strumento che potrebbe rivoluzionare l’assistenza socio-sanitaria italiana, soprattutto nella cura dei malati cronici, potenziando il filtro territoriale”, ha affermato Nicola Provenza. “In una visione che va oltre l’emergenza Covid19, visto che le malattie cronico-degenerative già caratterizzano il nostro presente, tale tecnologia può aiutare a rendere permanentemente sostenibile e meglio gestibile il nostro Servizio Sanitario Nazionale. Tutti parlano di medicina territoriale – ha proseguito il primo firmatario dell’emendamento – ma è un termine che spesso viene utilizzato in maniera retorica da chi poi nulla ha fatto in passato per implementarla, perché non ha tenuto conto del mutato scenario dei bisogni assistenziali. La rete territoriale rappresenta il futuro. In prospettiva va immaginato un Servizio sanitario nazionale diverso proprio attraverso la telemedicina. Ci sono medici di base che stanno già applicando questo sistema che, attraverso piattaforme, consente il monitoraggio, il videoconsulto, la teleassistenza e permette di dare effettivamente una risposta a tutti i pazienti cronici”.

 

Obiettivo telemedicina

Sull’importanza delle iniziative finalizzate a promuovere supporto tecnologico al monitoraggio, alla prevenzione e al controllo a distanza dei pazienti si era già espresso il vice ministro alla Salute Pierpaolo Sileri, lo scorso mese di aprile. Sileri aveva risposto all’interpellanza alla Camera presentata dal gruppo del M5S con riferimento all’emergenza sanitaria.

“Il Ministero della salute condivide la rilevanza delle tematiche sollevate con tale interpellanza ed è consapevole che i servizi di telemedicina rivestono un ruolo importante nel processo verso la realizzazione di un’ottimale integrazione socio-sanitaria, anche attraverso forme innovative di servizi domiciliari”, aveva detto Sileri.

Già nel 2019, attraverso un apposito questionario online, era stata effettuata una prima mappatura delle esperienze di telemedicina sul territorio nazionale ed era stato attivato un gruppo di studio per la valutazione economica e gestionale di questo tipo di servizi presso l’Istituto superiore di sanità: il Centro nazionale per la telemedicina e le nuove tecnologie assistenziali.

Lo scorso 25 marzo, nella circolare ministeriale sull’ “Aggiornamento delle linee di indirizzo organizzative dei servizi ospedalieri e territoriali in corso di emergenza COVID-19” è stato fatto esplicito riferimento alle iniziative di coordinamento per l’utilizzo dell’ICT nell’emergenza.
Da ultimo, il Governo ha presentato un emendamento con la finalità di estendere le previsioni già contenute nell’articolo 75 del “Cura Italia”, allo scopo di dotare le unità assistenziali speciali delle tecnologie e degli strumenti che consentano o facilitino il monitoraggio, la prevenzione e il controllo, anche a distanza, contenendo al contempo il rischio di contagio per i professionisti sanitari e gli assistiti, come imposto dalle misure anti Covid-19.

 

Il plauso delle aziende

Anche dal mondo dell’imprenditoria, giunge un incoraggiamento a proseguire su questa strada. Da Monica Carella, responsabile della business unit che si occupa di Telemedicina per la società pugliese Predict, arriva il sostegno a questa iniziativa che viene definita come “fondamentale per lo sviluppo di una sanità all’altezza delle trasformazioni che stanno avvenendo a livello globale dal punto di vista tecnologico”.

“Sicuramente il covid – aggiunge l’ing. Carella – ci ha insegnato la necessità di un’accelerazione in questa direzione. Noi di Predict (innovativa società del settore healthcare con sede a Bari, ndr), lavoriamo per disegnare soluzioni tecnologiche per migliorare la vita delle persone, e già da diversi anni ci stiamo specializzando in soluzioni di telemedicina; oggi siamo contenti di essere supportati grazie a queste misure che ci aiutano a spingere e avere incentivi per far apprezzare i nostri prodotti ai nostri clienti”.